Il ritardo digitale accumulato dalle micro, piccole e medie imprese del nostro Paese è sensibile e, tuttavia, può essere colmato a condizione che gli imprenditori comprendano il ruolo strategico delle tecnologie digitali per le loro aziende, venga favorito lo sviluppo e il potenziamento delle competenze e della cultura digitale e vengano individuati gli strumenti digitali che supportano i rapporti con i fornitori, partner e clienti.
Oggi, le PMI in Italia stanno progressivamente prendendo coscienza del ruolo strategico che il digitale può giocare per il successo aziendale e, tuttavia, va osservato che spesso manca la volontà di innovare, a causa di costi percepiti come troppo elevati, mancanza o carenza di competenza, cultura digitale e supporto da parte delle istituzioni, scarsa conoscenza degli incentivi per le PMI.
Per far sì che la digitalizzazione possa diventare un pilastro strategico della politica economica, affinchè anche i piccoli operatori e la PA locali possano beneficiarne appieno, deve innanzitutto verificarsi una trasformazione culturale tramite un processo di promozione e sviluppo ad ampio spettro delle competenze digitali; inoltre è necessario che la digitalizzazione coinvolga tutti gli attori del mercato, comprese la pubblica amministrazione centrale e le grandi imprese.
In questo contesto, l’obiettivo dell’Ente Nazionale Microcredito è quello di favorire lo sviluppo di competenze innovative, valorizzando il know how proprio della finanza etica volta a sostenere la diffusione dell’innovazione presso il target di riferimento, muovendo in direzione dello sviluppo tecnologico, della crescita sostenibile e della diffusione di una nuova cultura imprenditoriale, più vicina al mondo della ricerca e dell’università e maggiormente disposta ad aprirsi ai flussi internazionali di capitale umano e finanziario.
Fabio D’Amora