La società contemporanea e l’economia hanno subito cambiamenti profondi dall’avvento di nuove tecnologie e in particolar modo dalla diffusione di internet.
L’avvento delle tecnologie digitali ha trasformato la società industriale, tanto da ridefinire il modello economico e sociale secondo nuove regole, quelle della “società dell’informazione”.
Lo sfruttamento intensivo del valore economico dell’informazione ha dato vita alla c.d. economia digitale, al cui interno sono ricomprese sia aziende, il cui modello di business è interamente basato sullo sfruttamento di assets intangibili, distribuiti agli acquirenti in formato digitale, sia aziende che sfruttano modelli di business diversi, alcuni dei quali legati alla produzione o alla distribuzione di beni tangibili.
L’intangibilità dei beni forniti è dunque la caratteristica che meglio è in grado di esprimere l’aspetto peculiare dell’economia digitale, oltre ad essere il fattore che solleva i principali profili di criticità dal punto di vista giuridico e fiscale.
Da questo punto di vista, non è più rinviabile la necessità di rivedere il quadro normativo vigente al fine di ricomprendere al suo interno anche le nuove imprese, stabilendo regole eque per fare in modo che siano le forze del mercato e non lo Stato a stabilire vincitori e vinti.
Fondamentale è superare l’attuale impasse, rappresentata da una legislazione in perenne rincorsa tecnologica, del tutto inadeguata a coniugare le legittime aspettative degli operatori – nuovi e tradizionali – di competere secondo regole eque con le istanze dei consumatori di poter usufruire dei servizi offerti dalle imprese digitali.
Fabio D’Amora