Il Microcredito è una delle forme della finanzia etica. Per finanza etica intendiamo un uso delle risorse finanziarie che non considera solo le dimensioni standard dell’investimento finanziario (rischio e rendimento), ma anche le dimensioni sociali e morali dell’impiego, ovvero delle attività economiche finanziate.
Dare credito ai più poveri, permettere di avviare un’attività economica anche a coloro che non hanno nulla per garantire un prestito, è da molti considerato un modo buono di impiegare il denaro. Le rate periodiche e frequenti di restituzione permettono un monitoraggio costante della sua solvibilità e permettono un giudizio continuo sulla sua affidabilità come soggetto economico.
In sintesi, possiamo definire il microcredito non come una formula miracolosa in grado di risolvere un problema radicato e complesso come quello della povertà, nè possiamo dire che in ogni povero si nasconda un potenziale imprenditore. Il sistema del microcredito riprende in effetti le modalità ed i principi che avevano ispirato i fondatori delle casse rurali, nate proprio per dare credito a chi non riusciva ad ottenerlo, per dare anche alle persone povere una disponibilità di sviluppo.
In conclusione, il microcredito sostituisce la logica del puro dono, che spesso ha recato danni, creando meccanismi di dipendenza, quella che viene riconosciuta è la fiducia nelle possibilità delle persone che, con un piccolo aiuto, possono farcela da sole. Il microimprenditore diventa a tutti gli effetti il vero protagonista della propria crescita e del proprio riscatto.
Fabio D’Amora