Se è vero che ogni cosa ha un inizio, un decorso e una fine sicuramente ogni cosa di tangibile natura ha avuta inizio da un punto zero.
Non è, infatti, dato pensare che possa esserci qualcosa per cui il punto zero non sia stato il significato di rinascita. Pensiamo alla nostra nascita, alle nostre relazioni, al nostro rapporto con la banca, alla ricostruzione dell’Italia del dopoguerra. Anche oggi, siamo per fortuna o nostro malgrado, a osservare ed a vivere un nuovo punto zero. Esso possiamo percepirlo con la soggettiva e personale identificazione : il verificarsi della pandemia, la scoperta del vaccino, l’insediamento del nuovo Governo.
Nel contesto storico presente siamo tenuti, che ci piaccia o no, ad accettare una transizione verso il nuovo approdo socio – economico – finanziario. In questa infausta straordinaria circostanza dell’attuale presente, con una transizione epocale alle porte e con un comune fattore di sofferenza economica, l’intervento del Microcredito potrà essere potenzialmente quello strumento di inclusione finanziaria per la ripartenza di quel tessuto economico – produttivo sempreché le banche ad esso associate possano armonizzare il concetto di economia – informale con una mitigata natura commerciale e una inclusione fattiva di credito – sostenibile.
Pertanto, anche questo, si potrà definire il punto zero per la nascita di una coesione verso un credito per finanziamenti di merito – valore concessi a favore di quelle attività con una propensione all’occupazione e nell’intento di poter essere preferiti ai crediti attraverso sistemi non convenzionali.
Fabio D’Amora