Il ricorso al credito bancario, per chi si appresta ad aprire una nuova iniziativa, è molto difficile, per non dire quasi impossibile.
Le politiche del credito delle banche convenzionali continuano a essere incentrate intorno alle garanzie personali. In questo scenario si comprende l’importanza dello strumento del microcredito e della potenzialità che ricopre per tutti quei soggetti che hanno un proprio progetto imprenditoriale da far nascere o da portare avanti.
Una figura chiave in questo scenario è quella del tutor, il quale oltre ad un ruolo tecnico, ha un dovere morale in quanto è in parte artefice del loro futuro, percepisce gli stati d’animo e le emozioni di chi sta costruendo il proprio percorso imprenditoriale. Una figura, che dovrà anche decidere, qualora non ci fossero le condizioni di fattibilità, la non praticabilità del progetto. Perseverare in un progetto non vincente potrebbe avere delle conseguenze ben peggiori per il neo imprenditore.
In definitiva possiamo sostenere che il microcredito, dà l’opportunità di crescita anche a quei soggetti esclusi dal circuito bancario tradizionale allargando così il concetto di affidabilità finanziaria anche ad aspetti che il sistema finanziario “tradizionale” spesso non prende neppure in considerazione.
Tutto questo permette di creare una sinergia tra banche, tutor e commercialisti. Proprio questi ultimi, grazie al microcredito riescono a dare risposte a quei potenziali clienti che vogliono avviare un’attività ma non hanno le risorse necessarie a poterlo fare con le proprie forze. Il commercialista, aiutando il potenziale cliente a trovare la soluzione giusta che è rappresentata dal microcredito, potrà successivamente acquisire un nuovo cliente al quale erogare tutta una serie di servizi di cui un’azienda può aver bisogno.
Fabio D’Amora