La disoccupazione provoca sicuramente problemi finanziari e situazioni di precarietà per i giovani però non sono le sole conseguenze, ci sono tante ripercussioni sociali che si vanno ad aggiungere.
Come prima cosa ci sono altri rischi di esclusione sociale e di povertà. Si è sviluppato un certo circolo vizioso : i giovani studiano sempre di più, dai 3 ai 5 anni per prendere un diploma che gli dia la possibilità di lavorare all’interno di un mercato sempre più bloccato ed esigente. Una volta laureati non hanno abbastanza esperienza pratica. Inoltre, per non essere esclusi dal mercato del lavoro e quindi, dalla società, gli individui sono ad accettare posti o situazioni al di sotto di quello che meritano.
L’Italia, è uno dei Paesi europei con il tasso di disoccupazione più elevato tra i giovani. Negli ultimi tempi grazie alle politiche attive in ambito occupazionale è stato possibile aumentare il tasso di occupazione giovanile in modo continuo. Infatti, nell’aprile 2020 la disoccupazione giovanile è scesa a 15,4%. Sebbene il programma abbia avuto un impatto significativo sul tasso di occupazione in una società che stagna, il sistema necessita di essere migliorato.
L’obiettivo dovrà essere quello di assicurare la perennità ad ogni giovane, insistendo sulla qualità del lavoro o tirocinio, questo può avvenire massimizzando l’utilità delle offerte all’impiego ed aiutando nella creazione di imprese.
Fabio D’Amora