Il tempo dell’attesa è ormai finito. La crisi economica è sopraggiunta al periodo pandemico in modo rilevante ed i professionisti e il popolo delle cosiddette “partita IVA” stanno raccogliendo le ultime forze per sopravvivere al momento, consci che altri mesi di lockdown potranno solo che decretare la fine delle proprie attività.
Il pessimismo, però, non aiuta certo la ripresa, tantomeno è utile a sopportare aziende e professionisti. In questo periodo, consci del genio italico, quel guizzo che ha ispirato Dante, Michelangelo, Ponti, ma anche Armani e Valentino, che li ha portati a realizzare ognuno per la sua esperienza grandi opere d’intelletto.
Dopo questa breve premessa, in un Paese come l’Italia che sta vivendo una recessione causata dalla pandemia ci sono dei risultati che fanno ben sperare per il futuro. Nel 2020 sono stati concessi 3991 finanziamenti, per un totale di 95 miliardi di euro erogati da 35 istituti finanziari convenzionati con l’Ente Nazionale per il Microcredito e assistiti nei servizi ausiliari di tutoraggio e monitoraggio da 338 tutor. Ciò significa che sono nel 2020 sono nate 589 aziende, nonostante la pandemia.
L’analisi di un campione di microimprese mostra una prevalenza di codici d’impresa relativi alle attività di commercio con il 36,8%, seguite da quelle relative ai servizi di viaggio e ristorazione con il 27,1% seguono con percentuali inferiori le altre attività economiche ammissibili, da rilevare come per 9% circa si faccia riferimento ad attività manifatturiere e di artigianato
Fabio D’Amora