La crisi economica da Covid-19 ha colpito e sta colpendo duramente tutti i Paesi del mondo : i consumi si riducono, l’economia rallenta, tante imprese, grandi e piccole, hanno chiuso o rischiano di farlo. Se la pandemia dovesse protrarsi, gli effetti sull’economia sarebbero come una lunga onda capace di portare al fallimento anche aziende fino a ieri solide.
Il 25% degli italiani ha difficoltà di accesso ai servizi finanziari e bancari. Il microcredito consente di essere vicini alle realtà più fragili, che difficilmente riescono ad ottenere fondi dalle banche. Il microcredito non è da intendersi semplicemente quale credito di piccolo ammontare, ma è soprattutto attenzione alla persona, che porta ad accogliere, ascoltare e accompagnare chi si rivolge alle istituzioni di microfinanza, fino alla chiusura del programma di credito, e anche dopo, all’interno di un modello di sviluppo delle comunità locali, basato su equità, solidarietà e sostenibilità ambientale.
Questa nuova crisi colpisce imprese già fortemente provate in maniera devastante. Ecco perchè è necessario un maggiore impegno per il microcredito con l’attivazione di nuovi strumenti legislativi e provvedimenti per far si che le risorse, che pure vengono stanziate, arrivino nei tempi giusti e con reale ed effettivo impatto sulla vita sociale ed economica del Paese.
Per la nostra economia la sfida si presenta davvero impegnativa. Per tornare a essere competitivi la parola d’ordine dovrà essere “innovazione”, è necessario ragionare con schemi nuovi, perchè nulla dopo il covid sarà come prima. Il coinvolgimento delle piccole e medie imprese italiane è una precondizione per avere successo.
Fabio D’Amora