La situazione di emergenza sanitaria è stata affrontata con il massimo delle risorse e delle forze del Paese. In questi giorni di angoscia, dolore, costrizioni abbiamo riscoperto il senso della famiglia, dell’amicizia e dell’educazione, anche attraverso i nuovi strumenti che la rete offre.
La tecnologia può avvicinare e soprattutto può essere il motore utile alla ripresa economica. Dallo smart working alla progettazione, all’educazione al commercio il 90% delle attività possono essere veicolate attraverso i nuovi strumenti del digitale. Ormai la smaterializzazione dei servizi e la delocalizzazione forzata ha prodotto un salto enorme nell’alfabetizzazione digitale. Questo sarà dunque un possibile volano per la ripresa.
In un Paese in cui si affronta ancora la piaga dei neet, dei giovani che non studiano e non lavorano ma che sono in grado di usare uno smartphone, sarà possibile forse riallacciare quella speranza di indirizzare verso una formazione all’impresa attraverso i new media. Dunque su questa prospettiva grazie al Microcredito e alla sua rete dei tutor, si potrà favorire la diffusione della cultura microfinanziaria come volano per la ripresa, attraverso un linguaggio giovane, che si diffonda da tutti gli schermi, per poter operare un’azione di educazione finanziaria che si concretizzi nel sostegno all’impresa per tutti coloro che vogliono sviluppare un progetto e realizzarlo.
La capacità e la competenza per attivare un’azione vincente parte da una pratica di tutoraggio e da un business plan sostenibile. Con i tutor ogni nuova impresa potrà vedere la luce.
Dal digitale al reale, l’autoimpresa è la possibilità che i giovani hanno di rendersi economicamente emancipati ricostruendo quel tessuto economico che fino ad oggi non ha avuto possibilità di espandersi a causa del gap educativo sia in senso economico che digitale
Fabio D’Amora