Un giovane vuole aprire una startup, ma non ha case di proprietà nè mamma o papà che possono coprirgli le spalle con una garanzia. Un extracomunitario ha un’idea imprenditoriale in testa e pochi soldi in tasca. Un gruppo di donne – una commercialista, un’avvocata, una consulente del lavoro – coltivano il progetto di fare squadra e di avviare uno studio a tutto campo : nessuna garanzia reale, solo la voglia di mettersi in gioco.
Per loro, si sa, la strada dei finanziamenti tradizionali è sbarrata : non ci sono ipoteche da accendere nè fideiussioni da sottoscrivere. Per i casi in precedenza elencati è nato il microcredito : ovvero uno strumento che serve per facilitare l’accesso delle imprese ai finanziamenti delle banche. Questi prestiti in Italia assistiti dalla garanzia dello Stato, stanno volando, aumentano le richieste di anno in anno.
Questi dati dimostrano che il Paese sta uscendo da un clima di sfiducia dilagante nei confronti dei sistemi di aiuto alle imprese. Lo strumento, infatti, funziona senza il ricorso a garanzie reali : l’imprenditore o aspirante tale fa domanda di prestito in una delle 25 banche convenzionate con l’Ente (1300 filiali in tutto) e il Fondo di garanzia per le Pmi interviene a tutela del rientro del finanziamento. Il tutto veicolato dal servizio di tutoraggio, una new entry che a regime sta dando i suoi frutti.
Il tutor è una figura centrale, in quanto assiste il cliente prima, durante e dopo il finanziamento. Si tratta di un libero professionista che incontra gli aspiranti imprenditori oppure i professionisti che fanno domanda di microcredito, ne analizza la tenuta sul mercato, fa una prima scrematura scartando le domande non finanziabili e redige il business plan. Insomma, accompagna i progetti imprenditoriali passo dopo passo.
Le somme erogate sono piuttosto piccole, ma sufficienti ad aprire o comunque aiutare un’attività, la quale può essere esercitata sotto forma di ditta individuale, oppure società (sono escluse le SRL e le SPA). Per quanto riguarda le spese ammissibili essere riguardano l’acquisto di beni intesi come le materie prime per la creazione di bene e servizi oppure delle merci da rivendere successivamente. Possono essere oggetto del finanziamento anche le spese riguardanti il pagamento dei canoni di leasing, quelle per la retribuzione dei nuovi dipendenti ed i corsi di formazione degli stessi per attività legate allo svolgimento dell’attività d’impresa.
Per avere tutte le altre informazioni e scoprire come presentare la propria richiesta puoi inviare una mail a :
info@studiodamora.it
oppure un messaggio whaps sul seguente numero : 0656546909